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Moro, Aldo.

Uomo politico italiano. Laureatosi in Giurisprudenza, dal 1939 al 1942 fu presidente della Federazione universitaria cattolica italiana e, nel 1945-46, del Movimento laureati cattolici. Deputato alla Costituente e, dal 1948, alla Camera per la Democrazia Cristiana, non abbandonò la carriera accademica: assunse la cattedra di Diritto penale presso l'università di Bari (1948-64) e di Istituzioni di diritto e procedura penale a Roma (1964). Sottosegretario agli Esteri nel quinto ministero De Gasperi (1948-49), dal 1953 al 1955 fu presidente della DC. Ricoprì in seguito vari incarichi ministeriali: fu ministro di Grazia e Giustizia nel Governo Segni (1955-57) e della Pubblica Istruzione nei Governi Zoli (1957-58) e Fanfani (1958-59). Eletto segretario della DC nel 1959, venne riconfermato dal Congresso di Firenze (1959) e da quello di Napoli (1962). Durante questo periodo si propose come artefice di una politica di apertura nei confronti del PSI e del PCI, incoraggiando la nascita di un Governo di centro-sinistra. Lasciata la segreteria del partito, nel 1963 riuscì a costituire il primo Governo di centro-sinistra, con la partecipazione diretta del PSI. Le difficoltà economiche e l'opposizione della destra democristiana non consentirono però di attuare i programmi di riforma enunciati. Dimessosi nel giugno 1964, riuscì a ricostituire un nuovo Governo di centro-sinistra, ma con una base programmatica più modesta. Caduto anche il suo secondo ministero, nel febbraio 1966 costituì un terzo Governo di centro-sinistra, condizionato, più dei precedenti, dalle forze moderate nella sua volontà di rinnovamento. Nel maggio 1968 si dimise, mentre il crescente disagio del Paese trovava uno sbocco nella protesta operaia e studentesca. Assunto il ministero degli Esteri, sembrò estraniarsi dai problemi di politica interna sino alla costituzione, nel giugno 1972, del Governo di centro-destra presieduto da Andreotti. Continuò tuttavia a portare avanti all'interno del partito democristiano una propria linea minoritaria e, nel dicembre 1971, in occasione dell'elezione del presidente della Repubblica, parve che sul suo nome potesse convergere una maggioranza costituita dalle forze di sinistra e di parte della DC. Protagonista, insieme con Fanfani, al Congresso democristiano del giugno 1973, diede un contributo decisivo alla svolta che portò alle dimissioni del Governo Andreotti e alla costituzione, nel luglio successivo, di un Governo di centro-sinistra presieduto da M. Rumor, in cui assunse il ministero degli Esteri. Fu nuovamente presidente del Consiglio dal 1974 al 1976. Il 16 marzo 1978, il giorno del varo del quarto Governo Andreotti (il primo Governo del dopoguerra con sostegno diretto del PCI), M. fu rapito a Roma, in via Fani, da terroristi delle Brigate Rosse che massacrarono i cinque uomini della scorta. Dopo un sequestro di 55 giorni, durante il quale le BR richiesero il rilascio di brigatisti prigionieri, il cadavere dello statista fu trovato il 9 maggio in via Caetani a Roma. Le opere di M. sono raccolte in Scritti e discorsi (1982-90); gli scritti risalenti al periodo del sequestro, trovati a Milano in un covo delle BR, sono stati pubblicati nel 1991 (Maglie, Lecce 1916 - Roma 1978).
Aldo Moro